Argomento del Canto VI
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Ripresi i sensi, Dante si accorge di essere giunto nel terzo cerchio. Una pioggia incessante di acqua sudicia, grandine e neve forma una fanghiglia maleodorante in cui sono distesi i golosi che, graffiati da Cerbero, un orribile mostro con tre teste, urlano come cani. Virgilio lancia una manciata di fango nelle gole di Cerbero ed egli smette di latrare, poi i due poeti riprendono il cammino poggiando i piedi sui dannati distesi. Uno di loro si alza ed invita Dante a riconoscerlo: è il fiorentino Ciacco, che, chiedendo al poeta di ricordarlo, profetizza sulle vicende politiche di Firenze. |
Quando Ciacco ricade nella fanghiglia maleodorante, Virgilio spiega la condizione dei dannati dopo il Giudizio Universale. La scienza aristotelica afferma che l'unione dell'anima e del corpo determina una maggiore perfezione e quindi una maggior sensibilità alla letizia od al dolore. I dannati quindi, dopo il Giudizio universale, soffriranno con maggiore perfezione.
Infine i poeti, seguendo la circonferenza del terzo cerchio, scendono al quarto cerchio giungendo davanti a Pluto.