Argomento del Canto XVI

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I due poeti avanzano nel fumo denso e Dante, appoggiandosi alla sua guida come un cieco, sente delle voci che cantano: sono gli iracondi che espiano la loro pena.
Mentre Dante riconosce fra sè che anche lui è stato, a volte, accecato dall'ira, la voce di un penitente si presenta: è Marco Lombardo, uomo di corte, che indica ai pellegrini la via per salire, e chiede di pregare per lui.
Dopo la dissertazione di Marco Lombardo sul libero arbitrio, viene affrontato il tema della causa della corruzione umana che sta nella confusione fra potere temporale e potere spirituale.

La Chiesa e primo fra tutti il papa, infatti, offre agli uomini un pessimo esempio di attaccamento alla cose terrene. Il canto termina con un accenno alla decadenza delle regioni del settentrione d'Italia, ed il ricordo di tre vecchi virtuosi: Corrado III dei conti di Palazzo, Gherardo da Camino e Guido da Castello.