GIOVANNI il BATTISTA Pd.XXXII,31
cit. Pg. XXII, 151
Cielo X - Empireo, Candida Rosa, primo ordine di seggi di fronte a Maria

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"Al tempo di Erode, re della Giudea, c'era un sacerdote chiamato Zaccaria della classe di Abia, e aveva in moglie una discendente di Aronne chiamata Elisabetta. Erano giusti davanti a Dio, osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Ma non avevano figli perchè Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.". (Luca 1, 5-7)

Ma l'angelo Gabriele venne ad annunciare che Elisabetta avrebbe concepito nella vecchiaia quel figlio tanto atteso. Durante la gravidanza Elisabetta ricevette la visita della sua cugina Maria che attendeva la nascita del Messia.
"Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini ed i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia ..." (Luca 1, 57-58). Il bambino fu circonciso e chiamato Giovanni, così come l'angelo aveva annunciato.

"Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione in Israele." (Luca 1, 80: il "diserto" ricordato da Dante in Pd. XXXII, 32).
Nel quindicesimo anno dell'imperio di Tiberio, mentre era governatore in Giudea Ponzio Pilato e sedeva sul trono il re Erode, giunse per Giovanni il momento di iniziare la sua vita pubblica.
Egli "vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi" (Marco 1, 6), nutrendosi di locuste e miele selvatico ("Mele e locuste furon le vivande / che nodriro il Batista nel deserto" Pg. XXII, 151-152: la temperanza di Giovanni costituisce il quinto esempio di virtù premiata gridato dall'Albero della temperanza nella sesta cornice del Purgatorio), iniziò a predicare la conversione e ad imporre il battesimo, da cui ebbe l'appellativo di "Battista", annunciando l'imminente manifestazione del Messia, e riconoscendolo in Gesù che chiedeva di essere battezzato da lui.

Ma Erode, che era stato severamente ripreso per aver preso in moglie Erodiade, moglie di suo fratello ancora in vita, temendo la forza rivoluzionaria della sua predicazione, fece imprigionare Giovanni ma non osò ucciderlo, riconoscendo un fondo di verità nelle sue parole.

"Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodiade, danzò e piacque a Erode e ai suoi commensali. Allora il re disse alla ragazza: 'Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò'" (Marco 6, 21-22).
Salomè, istigata dalla madre, chiese la testa di Giovanni Battista ed il re non potè rifiutarsi poichè la promessa era stata udita da tutti i commensali. Una guardia decapitò, allora, Giovanni (il "martiro" ricordato da Dante in Pd. XXXII, 32)) e portò a Salomè la testa su di un vassoio. La ragazza consegnò il vassoio alla madre Erodiade, che ebbe così la sua vendetta.

Solo due anni separarono la morte di Giovanni Battista da quella di Cristo, così che Dante può affermare che egli "sofferse ... l'inferno da (per) due anni" (Pd. XXXII, 33), cioè trascorse due anni nel Limbo prima di essere liberato dal passaggio di Cristo nel tempo intercorso fra la morte e la resurrezione, insieme alle anime di tutti coloro che credettero nel Cristo venturo.