cit. (Iosuè) Pg. XX,111; Pd. IX,125
Cielo V-Marte, Spiriti combattenti per la fede
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Condottiero ebreo del XIII sec. a.C., Giosuè, appartenente alla tribù di Efraim, è considerato il successore di Mosè. Alla morte di quest'ultimo, infatti, guidò le tribù di Israele nella conquista della Palestina e nella spartizione della terra: le sue imprese più rilevanti sono la conquista di Gerico (narrata in Giosuè 6-7; di questa impresa fa parte sia l'episodio del furto sacrilego di Acan (Pg.), sia l'episodio di Raab) ed il sole fermato durante la battaglia di Gàbaon. |
"Allora, quando il Signore mise gli Amorrei nelle mani degli Israeliti, Giosuè disse al Signore sotto gli occhi di Israele: 'Sole, fermati in Gàbaon e tu, luna, sulla valle di Aialon'. si fermò il sole e la luna rimase immobile finchè il popolo non si vendicò dei nemici.". (Giosuè 10, 12-13)
Le vicende della sua vita sono narrate nell'omonimo libro, appartenente alla sezione dei libri storici delle Sacre Scritture.
La caratteristica che unisce tutti gli Spiriti Combattenti per la fede è il loro essere non solo uomini d'arme, ma di tale fama da costituire un ricco materiale per la poesia.
"L'elenco dantesco, che non dà rilievo alle imprese compiute dai singoli personaggi, e si limita ad evocarli ad uno ad uno, quasi in una specie di appello o rassegna militare, isolando ogni nome con la sua aureola leggendaria, è inteso soprattutto a sottolineare l'ideale continuità della loro opera di combattenti per la vera fede, dalla conquista e difesa della Terra Promessa alle lotte contro i Saraceni nella Spagna, nella Provenza, nell'Italia Meridionale, fino alle crociate" (N. Sapegno, Commento, pag. 223).