Argomento del Canto XXI

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Dante e Virgilio giungono sul ponte che scavalca la quinta bolgia e si fermano a guardare in basso.
Il fondo della bolgia è particolarmente scuro a causa della pece che vi ribolle ed il poeta lo paragona all'Arsenale di Venezia, quando si fa bollire la pece per riparare le navi danneggiate. Virgilio invita Dante a guardare l'arrivo di un diavolo nero che sta risalendo il ponte portando sulle spalle un dannato, il non meglio identificato "anzian di Santa Zita".
Il diavolo lo getta poi nel vuoto ed invita gli altri diavoli a tenerlo nella pece.

Quando il dannato riemerge viene dilaniato e sbeffeggiato dai diavoli.
Virgilio nasconde Dante dietro una sporgenza mentre egli scende sull'argine della bolgia.
I diavoli gli si scatenano contro ma il poeta li calma chiedendo di parlare con il loro capo.
Quando Virgilio spiega a Malacoda le ragioni della sua presenza, il diavolo ordina ai sui compagni di lasciarlo passare. Virgilio chiama allora Dante ad uscire dal suo nascondiglio, ma non appena egli raggiunge il maestro i diavoli cominciano a scaldarsi contro di lui ed a stento Malacoda li tiene a freno.
Fingendo di fornire notizie utili a proseguire il cammino senza incidenti, il capo dei diavoli dice ai due pellegrini che il ponte sulla sesta bolgia è crollato nel momento della morte di Cristo, notizia vera, ma aggiunge che un altro ponte poco più avanti è rimasto illeso, notizia falsa perché tutti i ponti crollarono nel momento della morte di Cristo, ed in quella direzione li avvia offrendogli come scorta dieci diavoli. Dante è timoroso, ma Virgilio lo rassicura e, ad un segnale di Barbariccia, si incamminano nella direzione indicata.