Argomento del Canto XI

testo


Indietro Avanti menu principale


Per difendersi dal puzzo enorme che sale dal settimo cerchio, i due poeti si riparano dietro la tomba di papa Anastasio II.
Qui Virgilio spiega a Dante la divisione del basso Inferno seguendo la dottrina aristotelica.

"... la tua Etica pertratta (espone ampiamente)
le tre disposizion ch 'l ciel non vole
incontinenza, malizia e la matta
bestialitade ..."
(Inf. XI, 80-83)

I peccati di incontinenza (lussuria, gola, avarizia, prodigalità, iracondia) sono un eccesso nell'uso dei beni della terra, facendo prevalere l'istinto sulla ragione; i peccati di malizia (frode) sono, invece caratterizzati dall'uso distorto dell'intelligenza, la qualità che pone l'uomo al di sopra di tutte le altre creature, e perciò più offendono Dio; i peccati di bestialità, infine, sono caratterizzati dalla violenza contro Dio, se stessi, gli altri. Fuori dalla città di Dite si trovano solo quei dannati il cui peccato (di incontinenza) offende meno Dio.

Virgilio, poi, si sofferma a spiegare la particolare natura del peccato di usura, che offende la divina bontà perchè l'uomo deve trarre il suo sostentamento solo dalla natura e dal lavoro, mentre l'usuraio lo trae dal danaro.
Concluse le spiegazioni i due poeti riprendono il cammino.