CARONTE Inf. III, 82
Vestibolo

menu dei personaggi
menu principale


Caronte, figlio dell'Erebo e della Notte, è, nella tradizione classica, il traghettatore delle anime nell'aldilà.
Il personaggio è descritto da Virgilio in Eneide, VI, 298-304, nei più minuti particolari, che Dante efficacemente sintetizza in pochi tratti.

Portitor has horrendus aquas et flumina servat
terribi squalore Charon, cui plurima mento
canities inculta iacet, stant lumina flamma,
sosdidus ex umeris nodo dependet amicus.
Ipse ratem conto subigit velisque ministrat
et ferruginea subvectat corpora cumba,
iam senior, sed cruda deo viridisque senectus

Caronte, come Minosse, Cerbero, Gerione e Pluto e Flegias, è uno dei demoni pagani passati nell'inferno cristiano di Dante e collocati poi come guardiani dei vari cerchi, dopo essere stati trasformati in esseri demoniaci sulla traccia dell'interpretazione figurale dei Padri della Chiesa, concludendo, così, il processo di assimilazione della cultura classica, iniziato fin dalle origini del cristianesimo.