Le interpretazioni possibili

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L'epistola XIII chiarisce il diverso valore ed il significato che il poeta attribuisce alle possibili letture interpretative della Sacra Scrittura come dei testi poetici.
Nel secondo trattato del Convivio Dante aveva applicato questo metodo interpretativo alla canzone "Voi che 'ntendendo il terzo ciel movete", ma ora lo propone come guida alle interpretazioni possibili della sua opera maggiore.

"Pertanto per la chiarezza di ciò che si deve dire è da sapersi che il senso di quest'opera (la Divina Commedia) non è unico, anzi può dirsi polisema, cioè di più sensi; infatti il primo senso è quello che si ha dalla lettera, l'altro è quello che si ha dal significato attraverso la lettera. E il primo si dice letterale, e il secondo allegorico o morale o anagogico. E si può esaminare questo modo di esporre, affinchè appaia meglio, in questi versi:'All'uscita d'Israele dall'Egitto, della casa di Giacobbe di fra un popolo barbaro, la Giudea diventò il suo santuario, Israele il suo dominio'. Infatti se guardiamo alla sola lettera ci è significata l'uscita dei figli di Israele dall'Egitto, al tempo di Mosè; se l'allegoria, ci è significata la nostra redenzione operata per mezzo di Cristo; se al senso morale, ci è significata la conversione dell'anima dal lutto e dalla miseria del peccato allo stato di grazia; se a quello anagogico, è significata l'uscita dell'anima santa dal servaggio di questa corruzione alla libertà della gloria eterna ..."

Una lettura limitata al solo senso letterale, dunque, non è sufficiente per cogliere appieno il significato ed il valore di un testo.
L'interpretazione anagogica consente di collegare il significato letterale del testo ad un significato più alto, che è in corrispondenza con la realtà sovrannaturale, mentre l'interpretazione morale consente di trarre, dalla corrispondenza così stabilita, un valore che sia di stimolo e di supporto all'ascesi spirituale, che sempre in Dante è collegata al raffinamento stilistico ed ideologico.
L'interpretazione allegorica, invece, consente di porre in relazione un concetto con una realtà del mondo sensibile che le corrisponde e che si presta a tratteggiarne con efficacia le caratteristiche.

Pd. IV, 40-41
Così parlar conviensi al vostro ingegno (l'ingegno umano),
però che solo da sensato (da percezione sensibile) apprende.

L'interpretazione figurale si distingue dall'interpretazione allegorica in quanto stabilisce un diretto contatto fra il simbolo e la realtà trascendente cui esso fa riferimento.
Del resto l'intima correlazione fra le realtà sensibili e fra queste ed il Creatore era uno dei cardini del pensiero medioevale, così affascinato dalle corrispondenze evidenti da cercarne altre più nascoste.

Pd. I 103-105
... Le cose tutte quante
hanno ordine tra loro; e questo è forma
che l'universo a Dio fa simigliante.