Tommaso d'Aquino
Pg. XX, 69
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Tommaso nacque a Roccasecca, nei pressi di Napoli, nel 1224, figlio del conte Landolfo d'Aquino, imparentato con la famiglia imperiale di Hohenstaufen. Dopo aver studiato a Napoli le arti liberali, Tommaso, contro il volere della famiglia, decise di entrare nell'Ordine domenicano. |
Proseguì, poi, gli studi di teologia, a Colonia, sotto la direzione di S. Alberto Magno e completò la sua formazione nella celebre università di Parigi, dove, nel 1257, ottenne il titolo di "Magister" insieme al francescano S. Bonaventura da Bagnoregio.
Tommaso iniziò da quel momento la sua lunga carriera di insegnante di teologia, prima a Parigi poi, dopo il 1260, alla corte papale ed all'università di Napoli.
Contemporaneamente scrisse moltissimo: commenti all'Opera di Aristotele e Pietro Lombardo; le "Quaestiones" su argomenti di fede e le "Summae".
La "Summa Theologiae", rimasta incompiuta, costituisce la più completa sistemazione del pensiero teologico cristiano su solide basi aristoteliche.
L'opera di Tommaso d'Aquino fu di fondamentale importanza per la cultura dei secoli XIII e XIV, soprattutto per il problema aperto e lungamente dibattuto del rapporto tra fede e ragione.
Nell'abbazia cistercense di Fossanova, Tommaso morì nel 1274, mentre si recava, su incarico del papa, al concilio di Lione: circolò la voce, non confermata da prove, che fosse stato avvelenato dai sicari di Carlo I d'Angiò, ma Dante sembra crederlo vero ("ripinse al ciel Tommaso" Pg. XX, 69).
Già nel 1323 papa Giovanni XXII lo canonizzò, mentre Pio V lo dichiarò Dottore della Chiesa con l'appellativo specifico di "Doctor Angelicus".
vedi:
TOMMASO d'AQUINO Pd. X,82
Cielo IV-Sole, Spiriti Sapienti, prima ghirlanda