Venere
Pg. XXV,132; (Citerea) Pg. XXVII,95; Pg. XXVIII,65;
(Ciprigna) Pd. VIII,2
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Venere era in origine, nel mondo romano, lo spirito o il "nume" dei giardini, legata, quindi, ai miti della fertilità, e venne, in seguito, identificata con la greca Afrodite, dea della bellezza, dell'amore e della fecondità. Esiodo racconta le straordinarie vicende legate alla sua nascita: Crono, che voleva detronizzare il padre Urano per prenderne il posto, lo ferì a morte colpendolo con un falcetto; alcune gocce del sangue di Urano caddero però nel mare e formarono una bianca spuma dalla quale nacque la dea, a Pafo, nell'isola di Cipro. |
La dea era sposa di Vulcano o Efesto, e madre di Cupido, che, armato di arco e dardi, colpiva con i suoi strali i cuori degli dei e degli uomini.
Di Venere si innamorarono il dio Marte ed Anchise. Dall'unione con Anchise nacque Enea che, dopo la distruzione di Troia, sbarcò in Italia con il figlio Iulo o Ascanio, dopo lunghe peregrinazioni in Italia, dove fondò la città di Alba Longa. A Iulo, e quindi ad Enea ed a sua madre Venere, la gens giulio-claudia riallacciava le sue origini.
A Venere era dedicato un famoso santuario sul monte Erice, in Sicilia, ed in Grecia le erano sacre le isole di Citera e di Cipro (da cui gli appellativi di "Citera" e "Ciprigna").