Cangrande della Scala (colui)
Pd. XVII, 76
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Cangrande, terzo figlio di Alberto I della Scala (cit. Pg. XVIII, 121), nacque nel 1291. Morti in rapida successione il padre (1301) ed il fratello maggiore Bartolomeo (1304), già dal 1311 Cangrande fu associato al governo dal fratello Alboino, di cui Dante, con espressione oscura, dice nel Convivio (IV, xvi, 6) che è più noto di Guido da Castello, ma non per questo più nobile (Guido da Castello è uno dei tre vecchi presi ad esempio di antica virtù lombarda da Marco Lombardo in Pg. XVI, 125). |
Alla morte di Alboino, avvenuta nel 1329, Cangrande restò unico signore di Verona.
Pd. XVII, 76-78
... colui che 'mpresso fue,
nascendo, sì da questa stella forte,
che notabili fier l'opere sue.
Il genio di Cangrande si espresse soprattutto nella sua condotta politica illuminata coronata dal titolo di vicario imperiale di Enrico (Arrigo) VII: Dante perciò può dire che ha pienamente portato a compimento gli influssi di Marte (la stessa stella che guidò la personalità di Cacciaguida).
Con lui, infatti, la signoria dei Della Scala visse il periodo di maggior splendore, estendendo il suo controllo su buona parte del Veneto e fino a Brescia, Lucca, Parma.
Pd. XVII, 85-88
Le sue magnificenze conosciute
saranno ancora, sì che ' suoi nemici
non ne potran tener le lingue mute.
A lui t'aspetta (affidati a lui) e a' suoi benefici.
Grande uomo politico e mecenate, Cangrande accolse ripetutamente nella sua città il poeta, con il quale strinse una duratura amicizia, fatta di rispetto e stima delle reciproche qualità, ottenendo, in cambio della generosità, la dedica della terza cantica della Commedia.
Pd. XVII, 83-84
parran faville de la sua virtute
in non curar d'argento ne' d'affanni.
Gli accenni del valore di Cangrande appariranno chiaramente nel suo disprezzo delle fatiche militari e delle ricchezze: sulla seconda affermazione di Dante, il "non curar d'argento", si centrò principalmente l'ipotesi di identificazione del Veltro (Inf. I, 100) con Cangrande proposta da alcuni critici.