cit. Pg. XII, 2
Cornice I - superbi
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Oderisi era un famoso miniatore, nativo di Gubbio e attivo, secondo alcuni documenti, a Bologna tra il 1268 ed il 1269 e poi nel 1271. Secondo il Vasari si sarebbe in seguito trasferito a Roma, dove sembra sia morto nel 1299. L'opera di Oderisi ci è sconosciuta, perchè nessuna delle miniature esistenti può essergli attribuita con sicurezza; sono state individuate, però, in alcuni codici miniati, la maniera e la scuola dell'artista. |
I versi del Purgatorio testimoniano l'ammirazione di Dante per Oderisi e probabilmente la conoscenza diretta ed affettuosa fra i due, forse avvenuta a Bologna e ci informano, inoltre, sullo stile di Oderisi, ancora legato ai canoni bizantini, in contrapposizione a Franco Bolognese, rappresentante di uno stile più innovatore, aperto agli influssi del gotico e forse della pittura giottesca.
Prendendo spunto dall'essere ormai il suo stile di miniare del tutto sopraffatto dal nuovo modo impersonato da Franco Bolognese, Oderisi sottolinea la vanità della fama terrena destinata sempre ad essere temporanea, per quanto la superbia possa indurre a credere di essere sempre giunti al massimo grado dell'eccellenza.
Pg. XI,100-102
Non è il mondan romore altro ch'un fiato
di vento, ch'or vien quinci e or vien quindi,
e muta nome perchè muta lato.
In questo personaggio Dante sintetizza uno dei molteplici aspetti del peccato di superbia: la superbia originata dall'eccessivo sentimento delle proprie capacità artistiche e dall'incapacità di riconoscere il valore altrui.