JACOPO del CASSERO Pg. V, 64
Antipurgatorio, balzo 2 - negligenti, morti di morte violenta

menu dei personaggi
menu principale


Figlio di Uguccione, appartenente ad una nobile famiglia di Fano, Jacopo del Cassero nacque nel 1260 e fu un valoroso uomo d'armi ed un saggio politico; nel 1288 prese parte con i guelfi marchigiani alle guerre fra Firenze e Arezzo.
Nel 1296 fu podestà di Bologna e si oppose con violenza alle mire ambiziose del signore di Ferrara, Azzo VIII d'Este, rendendoselo nemico.

Questi, infatti, inviò dei sicari che lo uccisero a Oriago, sulle rive del Brenta, mentre Jacopo cercava di raggiungere Milano nel 1298 per assumere la carica di podestà della città. Il corpo venne riportato a Fano e sepolto con grande onore nella chiesa di S.Domenico. Il ricordo di quell'orrendo delitto era ancora vivo nella memoria del poeta e dei suoi contemporanei a tal punto che Jacopo del Cassero non ha neppur bisogno di pronunciare il suo nome.
Come Manfredi non aveva tralasciato di ricordare i suoi peccati, così Jacopo non tralascia di ricordare "le gravi offese" (Pg. V, 72), la violenza che aveva contraddistinto il suo modo d'agire. Riconoscendo la violenza praticata e la violenza subita Jacopo, tuttavia, sviluppa e sottolinea il tema dell'inutilità dell'odio umano e del desiderio di vendetta.