Saffira ed Anania
Pg. XX, 112
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Si legge negli Atti degli Apostoli che Saffira ed il marito Anania, convertitisi al cristianesimo, vendettero, come era uso comune, i loro possedimenti ma, invece di versare l'intera somma ricavata dalla vendita nella cassa comune, ne trattennero una parte. Ben presto ricevettero la punizione per il loro gesto di avidità. |
"Un uomo di nome Anania con la moglie Saffira vendette un suo podere e, tenuta per se una parte dell'importo d'accordo con la moglie, consegnò l'altra parte deponendola ai piedi degli apostoli. Ma Pietro gli disse: 'Anania, perchè mai satana si è così impossessato del tuo cuore che tu hai mentito allo Spirito Santo e ti sei trattenuto parte del prezzo del terreno? ... Tu non hai mentito agli uomini ma a Dio'. All'udire queste parole, Anania cadde a terra e spirò. ... Avvenne poi che, circa tre ore più tardi, entrò anche sua moglie, ignara dell'accaduto. ... Allora Pietro le disse: 'Perchè vi siete accordati per tentare lo Spirito del Signore? Ecco qui alla porta i passi di coloro che hanno seppellito tuo marito e porteranno via anche te'. D'improvviso cadde ai piedi di Pietro e spirò." (Atti 5, 1-11)