Polinestore
Pg. XX,115
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All'inizio dell'assedio di Troia, il re Priamo aveva affidato il figlio minore, Polidoro, al genero, il re tracio Polinestore, per sottrarre il fanciullo all'eccidio che sarebbe seguito alla presa della città. Polinestore, tuttavia, appena gli giunse notizia della distruzione di Troia, avido delle ricchezze di Polidoro e sicuro che nessuno lo avrebbe più vendicato, uccise il fanciullo e gettò il suo corpo in mare. |
Le correnti, però, spinsero le spoglie di Polidoro sulle rive della Troade, dove Ecuba le raccolse. Riconoscendo suo figlio, la donna presa da rabbia cieca, impazzì e strappò con le unghie gli occhi del genero assassino.
Alla morte di Polidoro Dante fa riferimento anche in Inf. XXX, 16-21
Ecuba trista, misera e cattiva,
poscia che vide Polissena morta (uccisa sulla tomba di Achille)
e del suo Polidoro in su la riva
del mar si fu la dolorosa accorta,
forsennata latrò sì come cane;
tanto il dolor le fé la mente torta.
Fonti del racconto dantesco sono Virgilio (Eneide III) ed Ovidio (Metamorfosi XIII).