Giove
Inf. XIV, 52, Inf. XXXI, 92; (padre loro) Pg.XII, 32; Pg. XXIX,120; Pd. IV, 62
menu dei personaggi citati
menu principale
Giove, corrispondente al greco Zeus, era il padre degli Dei (cfr. Pg. XII, 31 e sgg.) e degli uomini. Giove aveva nel mondo latino molteplici aspetti e funzioni: era il dio della luce, che poteva arrestare una sconfitta, concedere una vittoria od ancora dare coesione ad un popolo. |
Con Giunone e Minerva formava la "Triade Capitolina" e nel suo tempio, denominato di "Giove Ottimo Massimo", si recavano i generali vittoriosi per celebrare il loro trionfo.
Così come accadde per altre divinità romane, quando venne assimilato al suo corrispondente greco Zeus, il suo nome venne associato a tutta una serie di eventi mitologici che in realtà erano collegati a Zeus.
Esiodo racconta che Zeus, figlio di Crono e di Rea, nacque a Creta, o, secondo un'altra versione del mito, in Arcadia, da dove fu poi portato comunque a Creta, e nascosto in una grotta sul monte Ida, per celarlo al padre, che temeva, come poi di fatto accadde, di essere detronizzato dal figlio.
Secondo Esiodo sposò prima Meti, la "mente", e divenne così padre di Atena, quindi Demetra, con la quale generò Persefone, poi ancora Mnemosine, la "memoria", e da questa unione nacquero le nove Muse, quindi Leto, con cui generò Apollo ed Artemide, ed infine Era.
Zeus era il Dio supremo (cfr. Inf, XXXI, 92) che, armato di fulmine (cfr. Inf., XIV, 52 e sgg.), governava con giustizia tutte le cose degli uomini e degli Dei: dominava i fenomeni atmosferici, dispensava le piogge, scagliava i fulmini sulla terra.