Personaggi citati
Caino
Inf. XX, 126; Pg. XIV, 133; Pd. II,51

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Figlio primogenito di Adamo, Caino coltivava la terra, a differenza di suo fratello Abele che praticava la pastorizia. Ucciso il fratello, perchè geloso del favore divino a lui accordato, fu condannato ad una vita errante perchè il terreno non avrebbe più dato frutto al suo lavoro.

Maledetto da Dio, Caino gridò la sua disperazione: "Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono? Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere" (Genesi IV, 13-14).
L'episodio biblico è utilizzato da Dante come esempio di invidia punita.

La credenza popolare, accennata da Dante, voleva che Caino fosse stato esiliato sulla luna e condannato a portare in eterno sulle spalle un fascio di spine. Le macchie solari altro non erano che la figura di Caino riflessa sulla superficie lunare. In Inf. XX, 126 Dante utilizza la perifrasi "Caino e le spine" appunto per indicare la luna.