Personaggi citati
Beatrice d'Este
(la sua madre) Pg. VIII, 73

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Mentre Dante scriveva la Commedia, si erano prodotte, nel delicato equilibrio delle Signorie italiane, delle novità sorprendenti: Beatrice, proveniente da una famiglia di solidissima tradizione guelfa (era figlia di Obizzo II d'Este), e sposa in prime nozze di Nino Visconti, ugualmente di parte guelfa, aveva sposato in seconde nozze, nel 1300, Galeazzo Visconti, dei Visconti di Milano, di parte ghibellina.

Il biasimo di Dante, portavoce dell'opinione comune del suo tempo, è causato sia dal fatto che Beatrice avesse accettato le seconde nozze, ancora valutate con sospetto alla fine del '200, sia dall'evidente cambiamento di fronte delle alleanze politiche che questo matrimonio sottintendeva.
Del resto gli avvenimenti che seguirono le nozze di Beatrice e Galeazzo sembrano dar ragione a Dante. Infatti, poco dopo le nozze, nel 1302, i Visconti furono scacciati da Milano e Beatrice dovette seguire il marito nel triste esilio e nella povertà, insieme alla figlia Giovanna, avuta dal primo marito Nino. Beatrice morì nel 1334 a Milano, di cui suo figlio Azzo aveva riavuto la Signoria, e volle che sulla sua tomba fossero scolpite sia la biscia, simbolo dei Visconti di Milano, sia il gallo, simbolo dei Visconti di Pisa.