Aurora
Pg. II,9; (la concubina di Titone antico) Pg. IX,1
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Aurora (nella mitologia greca nota con il nome di Eos) era figlia dei Titani Iperione e Tea ed era la madre dei quattro venti (Borea, Zefiro, Euro e Noto). Innamoratasi del principe troiano Titone, giovane e bellissimo, lo rapì e chiese per lui a Giove l'immortalità. Aurora dimenticò, tuttavia, di chiedere anche l'eterna giovinezza e quindi Titone rimase accanto a lei per sempre, ma invecchiando ogni giorno di più (da qui l'aggettivo dantesco "antico"). |
Dante trae diretta ispirazione per la terzina Pg. IX,1-3 dai passi virgiliani:
Eneide IV, 584-585
"E già irrorava la terra di luce nuova la prima
Aurora, dal croceo letto di Titone levandosi"
Trad. Rosa Calzecchi-OnestiEneide IX, 459-460
"E già, nuova, spargeva di luce le terre,
di Titone lasciando il letto dorato, l'Aurora"
Trad. Rosa Calzecchi-Onesti