GIOACCHINO da FIORE Pd. XII, 140
Cielo IV - Sole - Spiriti Sapienti - Seconda ghirlanda

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Nato a Celico, in provincia di Cosenza, in un anno collocabile fra il 1130 ed il 1145, Gioacchino entrò a venticinque anni nel ramo cistercense dell'Ordine benedettino.
Trasferitosi nel monastero di Corazzo, presso Catanzaro, fu nominato abate nel 1177.

Trasferitosi ancora nel monastero di Casamari, di cui divenne abate, Gioacchino iniziò la stesura della sua opera maggiore, la "Concordia Veteris et Novi Testamenti", mentre, a partire dal 1186, anno in cui papa Urbano VIII lo volle accanto a sè a Roma, si dedicò all'"Expositio in Apocalypsim": l'esegesi biblica in Gioacchino da Fiore divenne l'occasione per proporre il radicale rinnovamento morale all'interno della Chiesa.

Nel 1189, sui monti della Sila, fondò il monastero di S. Giovanni in Fiore, che divenne il centro del nuovo ramo dell'Ordine benedettino, chiamato Ordine Florense, che ottenne l'approvazione con regolare bolla papale da Celestino III.

La vena riformatrice e l'ansia di purezza di Gioacchino attirarono molti francescani della corrente spirituale, ed il dono della profezia che gli veniva attribuito suscitò numerose opere spurie, a carattere visionario più che profetico, che riunirono in gruppi eretici elementi delle più diverse provenienze, chiamati "gioachimiti" ed ispirati più o meno liberamente al pensiero di Gioacchino.
Tutti questi elementi misero presto in moto la censura dell'ortodossia e la condanna delle idee di Gioacchino fu netta e decisa, fin dal concilio Lateranense del 1215, anche ad opera di S. Bonaventura da Bagnoregio.
Dante, con straordinaria libertà di giudizio, pone, nel suo Paradiso, le due figure l'una accanto all'altra.

Nel 1202 Gioacchino da Fiore morì a Canale, nei pressi di Cosenza: la sua salma fu trasportata e tumulata nella cripta di S. Giovanni in Fiore.

Sfrondata dai molti errori, opera per lo più dei suoi seguaci, la dottrina di profondo rinnovamento proposta dal beato Gioacchino si basa sulla profezia della terza età.
Ad ogni persona della Trinità veniva, così, attribuita una età storica: all'età del timore, quella del Padre, si era succeduta, con l'Incarnazione, l'età della grazia che ora, sul finire del secolo, doveva concludersi nell'età dello Spirito Santo, in cui alla chiesa delle gerarchie, vittima della corruzione, avrebbe dovuto sostituirsi la chiesa della spiritualità, guidata da un papa angelico.

Il tratto che accomuna gli ultimi Spiriti Sapienti della seconda ghirlanda è l'essere stati difensori, con lo spirito profetico e la predicazione, della moralità in generale e della Chiesa in particolare: come Natan rimproverò al re Davide i suoi peccati e Giovanni Crisostomo predicò contro l'immoralità della civiltà bizantina, così Gioacchino sferzò la corruzione della Chiesa del suo tempo.