La sibilla cumana era solita scrivere i suoi responsi sulle foglie che poi il vento che penetrava nel suo antro disperdeva. Diventava, così difficile ricostruire il responso.
Eneide III, 445-452
La vergine dispone in ordine tutti i responsi che scrisse
sulle foglie, e li lascia rinchiusi nell'antro. I responsi
rimangono immobili nel luogo e non si allontanano dall'ordine;
ma quando, girato il cardine, un lieve vento
li spinge e la porta scompiglia le tenere fronde,
giammai, poi, volteggianti nella cavità della roccia,
lei si cura di riprodurre le posizioni o di connettere i responsi:
i visitatori si allontanano senza risposta, e odiano la sede della Sibilla. Trad. Luca Canali