Argomento del Canto XXVI

testo


Indietro Avanti menu principale


L'invettiva contro Firenze chiude l'episodio del canto precedente dei cinque ladri fiorentini.
I due poeti, così, risalgono l'argine della settima bolgia e si avviano sul ponte che scavalca l'ottava bolgia.

Guardando verso il basso Dante vede una moltitudine di fiammelle, che gli ricordano un campo estivo pieno di lucciole.
In ognuna delle fiammelle, spiega Virgilio, arde un peccatore di cui non si vedono le sembianze: sono i consiglieri di frodi.
Dante chiede chi si nasconda in una fiamma biforcuta che ha attirato il suo sguardo.


Virgilio dice trattarsi di Ulisse e Diomede che, come insieme idearono l'inganno del Cavallo di Troia, l'inganno per smascherare Achille nascosto nella reggia di Sciro in abiti femminili ed il furto del Palladio, che rendeva Troia inespugnabile, così insieme sono puniti.
Dante chiede di parlare con i dannati ed appena la fiamma si avvicina al ponte Virgilio chiede ad Ulisse di raccontare la propria morte, avvenuta in mare durante l'impresa per scoprire cosa ci fosse oltre le Colonne d'Ercole.