CAPOCCHIO Inf. XXIX, 124
cit. Inf. XXX, 28
Cerchio 8 - Bolgia 10 - Falsari

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Non si hanno notizie precise sulla biografia di Capocchio: molti antichi commentatori lo dicono fiorentino, ma qualcuno sostiene, invece, che fosse nativo di Siena.
Gli era riconosciuta prontezza d'ingegno, sottigliezza ed estrosità.

Benvenuto racconta che Dante lo sorprese un giorno a dipingere sulle unghie con estrema perizia la passione di Cristo, ma che, vistosi scoperto, cancellò con un colpo di lingua il paziente lavoro. L'anonimo fiorentino gli riconosce una grande abilità nel contraffare le persone, così come i metalli.
Capocchio fu arso vivo a Siena come alchimista il 15 agosto 1293.

Da notare, nella conclusione del discorso di Capocchio, il gioco linguistico delle rime in -occhio e in -imia, che, come osserva felicemente il Momigliano, "imitano in certo modo i guizzi e le pose grottesche del contraffattore di persone e il sorriso e l'intelligenza che li accompagna".