Cerchio VIII
Bolgia 3
Inf. XIX, 1-133
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Dannati: Simoniaci
I simoniaci sono coloro che, sull'esempio di Simon Mago, che, appena battezzato, pensò di acquistare la dignità apostolica offrendo denaro, si sono fatti "dio d'oro e d'argento" (Inf.XIX, 112) con chiara allusione al vitello d'oro degli Israeliti nel deserto (Esodo 32).
Inf. XIX, 2-4
... le cose di Dio, che di bontate
deon esser spose, e voi rapaci
per oro e per argento avolterate.
Pena: I dannati sono confitti a capo in giù fino alle cosce nei fori, che costellano le pareti ed il fondo di pietra livida della bolgia.
Una fiamma corre lungo la pianta dei piedi, facendo guizzare le articolazioni del ginocchio con tanta forza da poter spezzare funi di grande resistenza (le "ritorte" sono fatte di vimini fittamente ritorti, le "strambe" sono realizzate con fibre vegetali di grande resistenza).
Inf. XIX, 22-27 Fuor de la bocca a ciascun soperchiava d'un peccator li piedi e de le gambe infino al grosso, e l'altro dentro stava. Le piante erano a tutti accese intrambe; per che sì forte guizzavan le giunte, che spezzate averien ritorte e strambe. |
Bloccati in questa posizione, i dannati esprimono i loro sentimenti solo con il torcersi delle gambe e dei piedi. Quando un altro dannato giunge alla sua pena eterna, spinge il dannato che lo ha preceduto più in giù nel foro.
Contrapasso: La fiamma brucia la pianta dei piedi senza consumarsi, così come i dannati calpestarono in vita la fiamma dello Spirito Santo, scesa sugli apostoli di cui i papi simoniaci sono indegni eredi.
Tale contrapasso, tuttavia, non è estendibile ai dannati degli altri fori che furono in vita non solo prelati, ma anche laici (imperatori, feudatari) che trafficarono privilegi ed uffici ecclesiastici.
Personaggi: Simon Mago, Niccolò III.