Personaggi citati
Sicheo
Inf V, 62; Pd. IX, 98

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Alla morte del re di Tiro, Belo, salirono insieme al trono i suoi due figli, Didone e Pigmalione, ma il disaccordo, subito evidente, fra i due fratelli consegnò, di fatto, il potere al marito di Didone, Sicheo, ricco cittadino di Tiro, che lo gestì con saggezza.

Pigmalione per impadronirsi delle ricchezze e del potere, fece assassinare il cognato. La frattura fra i due fratelli divenne definitiva e determinò la fuga di Didone.
Virgilio narra come Sicheo apparve in sogno alla moglie per avvertirla della sua morte e della colpevolezza di Pigmalione, e per svelarle il nascondiglio in cui aveva nascosto l'oro per sottrarlo alla cupidigia del cognato.
Molti pretendenti offrirono il loro trono alla vedova Didone, ma lei si conservò fedele al marito fino all'incontro con Enea, profugo da Troia distrutta.

Eneide, I, 399-408
... Lunga a narrare è l'ingiuria
da lei (Didone) patita, lunghe le sue peripezie;
te le racconterò per sommi capi. Sicheo
il più ricco di terra di tutti i Fenici,
era suo sposo amatissimo. Regnava su Sidone
il fratello di lei Pigmalione, malvagio
più di chiunque. Ci fu una lite fra i due.
L'atroce tiranno, accecato dalla brama dell'oro,
sorprese Sicheo e lo trafisse davanti agli altari
senza curarsi del grande amore della sorella.
Trad. Cesare Vivaldi