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Isacco
Inf. IV, 59

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Isacco fu il secondo dei patriarchi biblici, figlio della vecchiaia di Abramo e di sua moglie Sara, ritenuta da tutti sterile.
Per preservare l'autorità di suo figlio, Sara fece allontanare il figlio che Abramo aveva avuto in precedenza dalla sua schiava Agar.

Era consuetudine infatti che, in caso di sterilità, una moglie potesse cedere al marito la sua schiava affinchè concepisse un figlio che poi, nascendo sulle ginocchia della legittima moglie, avrebbe avuto lo status di figlio legittimo ed erede, nel caso non fossero nati altri figli.
Ismaele e sua madre Agar furono, così, mandati nel deserto, dove negli anni successivi il giovane divenne il capostipite della popolazione degli Ismaeliti, o Arabi.

Chiesto come offerta sacrificale per provare la fede di suo padre, Isacco fu risparmiato da Dio stesso che fermò la mano armata di Abramo prima che potesse colpirlo.
Dal matrimonio con la cugina Rebecca, Isacco ebbe i gemelli Esaù e Giacobbe.
Il primo divenne il capostipite degli Edomiti, o Idumei, potente popolazione di pastori nomadi, il secondo, invece, fu capostipite del popolo di Israele.

In Inf. IV, 58, Virgilio spiega come l'anima di Isacco sia stata liberata dal Limbo, insieme a quella del figlio Israele (Giacobbe), dal passaggio di Cristo nel tempo intercorso fra la morte e la resurrezione.