Il "Dolce stil novo"

Le Scuole poetiche


Guittone d'Arezzo era il caposcuola riconosciuto dei poeti toscani.
Di lui erano molto note le Lettere e le Rime, queste ultime di ispirazione amorosa, ma anche morale, religiosa e politica.
Il bolognese Guido Guinizzelli fece il suo tirocinio poetico alla scuola di Guittone, poi se ne allontanò, sviluppando un suo modo indipendente di poetare.
I contemporanei apprezzarono la novità della sua poesia ed essa si diffuse in Toscana, dove trovò molti seguaci. Fu lui il fondatore di quella maniera di poetare che venne chiamata "Dolce Stil Nuovo" e che esercitò la sua influenza sulla letteratura italiana fino al Rinascimento.
La novità del Dolce Stile riguarda la materia e, soprattutto, la forma della poesia. Suo oggetto è l'amore, non sentimentale o sensuale, ma inteso come processo di affinamento interiore, come conquista della virtù.
La canzone del Guinizzelli "Al cor gentil rempaira sempre amore", considerata il manifesto del dolce stile, sottolinea il legame fra "amore", "cor gentile" e "nobiltà" e collega questo sentimento alle più intime risonanze dell'anima.

Altra caratteristica dello Stil Nuovo è l'attenzione per la forma, che diviene grande disciplina stilistica.
Il poeta traduce i moti del suo animo in un linguaggio che sia ad essi il più possibile fedele.
Perciò, quando Dante afferma che "a quel modo ch'e' ditta dentro vo significando", non propone un principio di spontaneità della poesia, quanto piuttosto la ricerca minuziosa di una espressione aderente all'ispirazione.
Il dolce stile implicava anche la scelta di vocaboli non rozzi, la musicalità del metro e la ricerca di costrutti limpidi.