Gemelli

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  • Pd. XXII, 110-111
    ... in quant'io vidi 'l segno
    che segue il Tauro e fui dentro da esso.

  • Pg. IV, 61-66
    ... Se Castore e Polluce
    fossero in compagnia di quello specchio
    che sù e giù del suo lume conduce,
    tu vedresti il Zodiaco rubecchio
    ancora a l'Orse più stretto rotare,
    se non uscisse fuor del cammin vecchio.

  • Pd. XXII, 151-153
    L'aiuola che ci fa tanto feroci,
    volgendom'io con li etterni Gemelli,
    tutta m'apparve da' colli alle foci ...

  • Pd. XXVII, 97-99
    E la virtù che lo sguardo m'indulse,
    del bel nido di Leda mi divelse
    e nel ciel velocissimo m'impulse.

Graficamente il segno dei Gemelli è indicato da un glifo che ricorda il numero due espresso in cifre romane. E' un simbolo molto antico, lo stesso col quale gli Spartani rappresentavano i Dioscuri, Castore e Polluce, per mezzo di due travi parallele unite da altre due travi trasversali, dette "dokana".

Castore e Polluce erano i due figli di Leda ("il bel nido di Leda" Pd.XXVII, 98), nati da un uovo, poichè la madre era stata fecondata da Giove sotto le spoglie di un cigno.
I due fanciulli crebbero belli e forti, Castore domatore di cavalli e Polluce (lo splendente) pugilatore e lottatore.

Ma Castore non era immortale come il fratello e quando venne ucciso Polluce chiese di condividere il destino mortale del fratello.
Impietosito, Zeus consentì che i due trascorressero un giorno in cielo ed uno sotto terra e pose la loro immagine in cielo come costellazione.

I Dioscuri erano cavalieri e, nell'antica Roma, patroni dell'ordine equestre. A loro si attribuisce il merito del successo della Lega Latina nella battaglia del lago Regillo.
Erano anche amici dei marinai, ed apparivano sui pennoni delle navi durante le tempeste per placare la violenza delle onde.