Ariete

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  • Pd. XXVIII, 116-117
    ... questa primavera sempiterna
    che notturno Ariete non dispoglia ...

  • Pd. XXIX, 1-3
    Quando ambedue li figli di Latona (Apollo e Diana, sole e luna) ,
    coperti del Montone e de la Libra,
    fanno de l'orizzonte insieme zona ...

Plinio attribuisce l'inserimento dell'Ariete fra le costellazioni dello zodiaco a Cleostrato di Tenedo.
I Babilonesi non avevano nessun gruppo stellare simile all'Ariete nel loro quadro astrologico, però il segno che occupa la stagione corrispondente, KU Mal, dipende dal gruppo di stelle in cui si trova l'astro di Ea, dio delle acque e delle fonti, che aveva per emblema una testa di ariete.
Il grafo del segno suggerisce l'immagine di corna caprine (da qui il nome "Montone"), ma anche un germoglio che spunta (la Primavera) e la lettera greca "gamma" che definisce l'equinozio di primavera.

L'"Ariete notturno" di Pd. XXVIII, 117 è da identificarsi con la stagione autunnale.
All'inizio della primavera il Sole è in congiunzione con l'Ariete: quando, dunque, il sole tramonta, tramonta con esso anche la costellazione che, essendo "diurna", cioè presente nel cielo durante il giorno, resta invisibile all'occhio umano.
La costellazione opposta all'Ariete, la Bilancia, in primavera è "notturna", cioè sorge con il tramontare del sole (Pg. II, 6).

Nella mitologia greca l'Ariete è protagonista del ciclo leggendario degli Argonauti.
La vicenda ebbe inizio quando, fra i pretendenti di Teofane, figlia del re di Tracia Bisalte, apparve Poseidone, che rapì la fanciulla e la nascose in un'isola deserta.
Gli altri pretendenti alla mano della fanciulla si misero, allora, alla sua ricerca, ma Poseidone la trasformò in pecora e, assunto l'aspetto di un montone, si unì a lei e generò l'ariete dal vello d'oro.

L'ariete ricomparve tempo dopo, quando, nella cittè di Orcomeno, in Beozia, la crudele Ino cercò di far sacrificare agli dei i figli che il re Atamante aveva avuto dalla sua precedente moglie: le fiamme già lambivano Frisso ed Elle, quando l'ariete, all'improvviso, li sollevò verso il cielo.
Durante il volo la piccola Elle cadde nel mare, che da quel momento ebbe il nome di Ellesponto, mentre Frisso giunse nella Colchide, dove fu accolto da re Eeta e ne sposò la figlia.
L'ariete dal vello d'oro venne sacrificato a Zeus, che lo trasformò nella costellazione dell'Ariete, ed il vello, consacrato ad Ares ed appeso ad una quercia, custodito da un terribile drago, rimase nella Colchide fino a quando Giasone e gli Argonauti riuscirono a conquistarlo.